di Mariavittoria Ponzanelli
Il 29 maggio nella sala dell'Auditorium del Palazzo dei Congressi dell'Eur si è parlato di comunicazione qualità e sviluppo nelle città intelligenti.
HUMAN SMART CITIES: THE VISION
Apertura dei lavori: Moderatore Claudio Forghieri,
Direttore Smart City Exibition FORUM PA.
Che cos'è la Smart City e perché dovremmo viverci?
“La Smart City oggi è un modello per l'introduzione di applicazioni e infrastrutture del Comune Digitale “Internet del Futuro”, volte a garantire miglioramenti radicali dei servizi civici in termini di efficienza e sostenibilità. Recenti esperienze hanno mostrato una nuova visione, che arricchisce il concetto originario con una prospettiva umanistica, maturata grazie all'adozione di processi partecipativi e centrati sui cittadini nella co-progettazione e sviluppo di servizi Smart City.”
Periphèria è il progetto europeo dedicato alle “Smart Cities” è nato da dodici organizzazioni di cinque paesi d'Europa. “Durante il lavoro abbiamo capito che la definizione “Smart Cities” si era diffusa rapidamente e veniva applicata indiscriminatamente a tutte le situazioni in cui l'uso della tecnologia veniva impiegata per risolvere i problemi dei cittadini, non sempre seguendo delle modalità “smart” – scrive Alvaro Duarte de Oliveira coordinatore di Periphèria. Proprio per questo si unisce alla definizione di partenza l'aggettivo “Human”.
La grande domanda che ci si pone è se la tecnologia può essere gestita per aumentare la qualità della vita.
“In questi anni in tutto questo dibattere abbiamo perso la ragione primaria del perché le città devono innovarsi. Il punto di partenza deve sempre essere l'uomo” (Cristina Farioli, direttore marketing IBM). Ci siamo persi a parlare di Banda Larga, Hot Spot Wifi... dimenticando il fine ultimo che sono le persone. Esistono delle fasce sociali a rischio e la tecnologia deve essere in grado di rispondere alle esigenze di tutti. IBM ha aiutato la città di Bolzano a realizzare un progetto pilota in cui le case di un gruppo di anziani sono state equipaggiate con un sistema di tele-monitoraggio.
“Se un anziano solo ha dei problemi, a chi può rivolgersi? L'obiettivo è che i nostri nonni possano vivere a casa propria.”
IBM ha una lunga storia nelle tematiche sociali, ha progettato dei sensori che riescono a monitorare quando una persona si trova in difficoltà. Prevenire gli eventi, significa evitare eventi catastrofici. Essere indipendenti nella propria casa è importante.
Questo progetto è stato realizzato in un anno e mezzo.
(Il video del progetto mostrato durante la conferenza non è più disponibile)
Parlare di “Smart Cities” significa creare cultura e preparazione sulla tecnologia. E come ha detto Michele Vianello, ex sindaco di Venezia: “Smart Cities è una idea di città dove le persone usano consapevolmente le tecnologie.” La tecnologia ha un valore se siamo in grado di essere consapeli del valore che ha, altrimenti diventa solo un costo di assistenza sociale impegnativo. Trovare modalità innovative, che garantiscano il benessere dell'inviduo e sappiano limitare i costi, è qualcosa di molto importante.
La città di Coventry (Inghilterra) due anni fa decide di diventare smart. Apre un blog e decide di “aprirsi” ai cittadini chiedendo di rispondere ad un questionario di 5 domande disponibile online. Dopo aver “ascoltato” i suoi abitanti, sono selezionati dei progetti successivamente condivisi e realizzati insieme alla popolazione.
Il tema human è un tema fondamentale che non dobbiamo perdere di vista. “La città non è delle amministrazioni: le amministrazioni scadono i cittadini no.”
L'Italia è ancora arretrata nel concepire che cosa si può fare con la rete. Abbiamo difficoltà nel capire come un certo tipo di tecnologia e paradigmi diversi possono aiutare nel gestire i servizi delle città e coinvolgere i cittadini.
Il tema delle città intelligenti non è una moda, ma è l'ossatura dell'innovazione digitale (Oscar Cicchetti, direttore delle strategie Telecom in Italia). Per tanti anni anni abbiamo parlato di Wifi e Larga Banda, per anni il dialogo è stato rivolto a chi aveva più fibra ottica.
“L'Italia è ottomila campanili, è ottomila città che hanno un centro storico, che hanno la piazza, e in questi campanili e in questa piazza, si è consolidato negli anni un modo di vivere, di fare business, di imparare, di socializzare.”
La tecnologia consapevole in Italia deve essere “non” per trasformare le città ma per mantenerle. Questa deve essere l'ottica italiana all'innovazione. E fino ad oggi non siamo stati in grado di far fronte e di rispondere alle richieste.
Nel mettere in pratica l'idea di “Smart City” uno dei problemi è l'ascolto, ma anche qualcuno che abbia una visione. Il secondo tema è la mancanza di risorse nei soggetti che devono prendere in mano il volante della città intelligente. Bisogna rinunciare a qualunque idea che abbia necessità di spesa aggiuntiva. E per fare ciò servono due cose: funding creativo (recupero di fondi disponibili, disponibilità da parte delle aziende ad evitare la fattura all'inizio o alla fine della fornitura - caso emblematico è quello dei pannelli solari dove il risparmio ripaga l'installazione) e modalità di acquisto da parte dell'ente pubblico (pre commercial, pre competitivo).
Per creare intorno allo sviluppo dell'intelligenza di una città il consenso necessario, la via principale è quella dei Living Lab.
FABLAB PISA - The ideas factory
Nel contesto urbano della città di Pisa un gruppo di ricercatori lavora per creare metodi che siano in grado di sviluppare una partecipazione creativa.
“Una città intelligente e umana vive di processi di partecipazione e questo si nutre di risultati e di idee creative, ma la creatività è difficile, non si genera con processi spontanei isolati, richiede un investimento in metodi e strumenti. In questi anni abbiamo cercato di sviluppare metodi che supportino la cooperazione condivisa, sia remota che in presenza a fronte di problemi di complessità anche elevata” (Andrea Bonaccorsi, Professore ordinario, Facoltà di Ingegneria Università di Pisa).
In una città intelligente e umana lavorano insieme società, imprese, pubblica amministrazione e comunità di individui per fare problem solving, sviluppo di prodotti, nuove idee
di business, innovazione negli usi delle tecnologie e possibilmente stili di vita e di comunicazione. Questo ha portato alla creazione di una piattaforma con diverse funzionalità, che è diventata il luogo per la creazione delle idee: chi è coinvolto nell'attività si incontra in questa sede e successivamente si incontra in sedi fisiche.
“Tutto questo ha dietro uno strumento che consente a delle comunità di utilizzatori di creare in maniera condivisa, ma remota, delle idee. Risolvendo uno dei problemi fondamentali della partecipazione creativa all'idea, perché alla fine tutti vorrebbero sapere quale è il loro contributo all'idea finale. Questo problema è stato risolto creando una mappa dell'effettivo contributo di ogni partecipante allo sviluppo finale dell'idea.”
Il grande movimento dei Fab Labs consiste in comunità urbane che vogliano risolvere problemi e coinvolgere persone in attività cooperative, in remoto o in sede, con strumenti
innovativi che facciano della città un ambiente intelligente e umano.
Creare soluzioni nuove significa essere preparati a innovazioni incrementali, ma anche radicali che hanno come scopo quello di migliorare la qualità della vita.
Tutti gli interventi di FORUM PA 2013 28-30 maggio Palazzo dei Congressi sono disponibili su innovaTivi.