Il nuovo episodio di Social Roma questa volta si appresta ad indagare il sentiment, le opinioni e la percezione che sui social si ha di un’altra delle istituzioni della vita romana, che non ci riporta alle antichità né alle amene atmosfere di un parco cittadino, bensì alle gioie (poche) e ai dolori (molti) del Grande Raccordo Anulare.
Come di consueto, si è deciso di stabilire come limite temporale della nostra indagine l’ultimo mese (un settembre ormai già archiviato), e per l’analisi dai social sono stati scelti strumenti ormai “classici” per questa rubrica come Social Mention e la ricerca di Twitter, con una new entry: Twazzup, un tool molto interessante per il monitoraggio dedicato esclusivamente al social più cinguettante e civettuolo che esista.
La premessa è che il GRA può legittimamente tirarsela un pochino di questi tempi (vedasi la foto con cui si pavoneggia di fronte all’attonito pubblico degli automobilisti), grazie alla grande soddisfazione che si è tolto...e che soddisfazione: vincere il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, con il documentario Sacro Gra di Gianfranco Rosi. Questa inaspettata e gradita vittoria sarà servita per infondere quell’aura di sacralità e di rispetto che il Raccordo Anulare di Roma non è mai riuscito ad incutere ai romani, troppo impegnati a odiarlo ma sotto sotto ad amarlo, come accade con tutto ciò che è sempre sotto i nostri occhi e ci appare scontato? La risposta è ni: tante mentions, citazioni ed anche felicitazioni per la vittoria del “vostro GRA”, ma l’ironia, l’amaro sarcasmo, l’insofferenza e l’insolenza la fanno da padrone nel rapporto fra i romani e il Grande Raccordo Anulare. Come a dire: sarai pure sacro, ma a noi frega abbastanza poco e ti manchiamo di rispetto.
Sacro Gra: le reazioni al film
Riprendendo quanto appena detto, il dibattito sulla sacralità del GRA su Twitter dopo l’exploit alla Mostra del Cinema di Venezia si è ovviamente acceso, ma davvero in pochi si sono persuasi. C’è chi, papale papale, mette in discussione le stesse fondamenta della questione:
#Raccordo anulare in tilt. Ma è così sacro? http://t.co/luqVELPrfb @PendolariRMNord @romalidoinfo
— Cinque Quotidiano (@CinqueNews) September 26, 2013
E c’è anche chi sminuisce la portata dell’impresa di Gianfranco Rosi; dopotutto, vivere quotidianamente il Raccordo Anulare è ben altra cosa che abitarlo a nobili ma saltuari scopi artistici:
È molto più facile girare un film, sul Grande raccordo anulare, che girare e basta
— Riccardo Bocca (@GliAntennati) September 26, 2013
E poi, se proprio la si vuol dire tutta fino in fondo, con i nobili scopi artistici non si riesce ad evitare il traffico, gli ingorghi e gli incidenti. Il Leone d’Oro è bello, bellissimo, ma non finanzia interventi strutturali richiesti a gran social-voce:
è bastata una settimana a Sacro Gra per raddoppiare le copie. Non sono bastati decenni al Gra per raddoppiare le sue corsie. #alcinemasipuò
— Boris Sollazzo (@BorisSollazzo) September 25, 2013
Ad alcuni, per sentirsi risarciti dalle sofferenze quotidiane, non basta la vittoria a Venezia: la contropartita richiesta è davvero considerevole, come cantava Carmen Consoli, e purtroppo a Hollywood ci va la “Grande Bellezza” (di cui Roma a Piedi ha già parlato qui e qui) e non il “Sacro Gra”:
se il gra vince il leone d'oro noi intrappolati nel gra vinciamo l'oscar ??
— alberto lenza (@albylenza) September 25, 2013
Altro che #leonedoro, a chi viaggia sul #gra andrebbe l'#oscar!!! pic.twitter.com/NX4HzaeldG
— Simone Mariani (@si_mariani) September 26, 2013
A proposito de la “Grande Bellezza”, una delle attrici di questo film di gran successo, Sabrina Ferilli, fa irruzione nel dibattito su Sacro Gra (e la presunta sacralità del GRA) e ancora una volta è protagonista della nostra rubrica (vi ricordate il Circo Massimo?) senza troppi vestiti addosso, confermando che una simile percezione della procace mora da parte dei romani social e twitterini assume sempre più i connotati del chiodo fisso:
Avvistata la Ferilli sul sacro Gra. É già mezza nuda #cosedellaltroreparto
— stefano marroni (@stefanomarroni) September 26, 2013
E anche quando si va a vedere Sacro Gra e quindi un Raccordo Anulare solo proiettato, virtuale, finto, non si scappa al terribile incantesimo della fila interminabile, dell’ingorgo, della noia esistenziale dell’attesa:
Uscito ora da vedere "Sacro Gra". Quaranta minuti di fila per entrare in sala
— Riccardo Bocca (@GliAntennati) September 22, 2013
Il fascino del cinema non è neanche sufficiente a far dimenticare alcuni dei lati oscuri del nostro Gra, e non manca un tweet di denuncia:
Stasera vado a vedere "Santo Gra", il grande raccordo anulare, dove se non sganci 50 centesimi ti spezzano il tergicristalli.
— Luisvuotapalle (@luisvuotapalle) September 26, 2013
Anche chi si premura di annunciare la bella notizia, non riesce proprio a rimanere vittima della soggezione che un oggetto sacro dovrebbe provocare; si fa del sarcasmo anche in quel caso, con una freddura che neanche una reliquia fatta di cemento può davvero apprezzare:
#Venezia, Leone d'Oro a Sacro Gra. I giurati sono stati tutti raccordo
— Lia Celi (@LiaCeli) September 7, 2013
Ed inoltre, non pensate sia davvero suggestivo guardarsi il film vincitore del Leone d’Oro direttamente dal luogo della sua ambientazione? Un’idea geniale per ammazzare il tempo bloccati nel traffico, un po’ come guardarsi il Titanic direttamente sul ponte della nave attendendo il naufragio:
A quanto pare, nessuno si è davvero convinto della sacralità del GRA e poche, su Twitter le reazioni entusiaste che non hanno travalicato i limiti del sarcasmo. Per quanto può bastare, vedere Sacro Gra vincere il Festival del Cinema di Venezia a noi di Roma a Piedi ha dato una bella emozione. E rimaniamo sempre in attesa di un cenno che ci dica che ci riveli un minimo di sacralità del “nostro GRA”...
Il Sacro GRA e materiali per un prossimo film
Per un possibile bis Gianfranco Rosi potrebbe prendere spunto da diversi tweet, che invitano il regista o chiunque altro uomo di cinema dotato di buona volontà a realizzare un documentario, un film, un docu-film altrettanto ambizioso, dedicato alla sacra autostrada Salerno-Reggio Calabria. Attraverso Social Roma si vorrebbe proprio raccogliere e rilanciare questo suggerimento molto gettonato (anche se qui su Roma a Piedi, purtroppo, non se ne potrebbe parlare):
Dopo il Sacro Gra qualcuno dovrà interessarsi alla Maledetta SA-RC
— pino santarcangelo (@pisantarcangelo) September 26, 2013
ha detto un mio amico:se con il gra vinciamo il leone a venezia,con un film sulla salerno-r.calabria sara' oscar
— Clemente Mimun (@cjmimun) September 8, 2013
Il Sacro Gra e la stretta attualità
In un periodo di tristi dismissioni di diversi asset dell’economia italiana, qualcuno proporrebbe la vendita del GRA. Sarebbe più o meno doloroso di vederci sfuggire anche lui, assieme ad Alitalia e Telecom, specie adesso che ne è stata scoperta la natura sacra? Non sarebbe triste non sentire più il Raccordo Anulare parlare romano?
Vendesi Grande Raccordo Anulare per fare girotondo. Parolacce incluse. #svendITa
— Alessandra Cassandra (@Punk14bz) September 26, 2013
Ma è anche periodo di novità in casa Apple: chi si lamenta per eventuali disguidi, ricorda il popolo di Twitter, deve sempre ricordare che c’è sempre di peggio, come la stereotipata lentezza del GRA:
Lamentarsi per l'installazione di #iOS7 lenta(a 30 min dal suo rilascio)è come prendere il raccordo anulare alle 8.30 e dire "C'è traffico!"
— Massimo Romano (@nervovago) September 18, 2013
Ma d’altronde, secondo Twazzup, le parole che più spesso si accompagnano al Grande Raccordo Anulare sono “traffico”, “allacciamento” e “congestione”. Il sacro appare sempre più lontano, al punto di doversi porre delle domande davvero filosofico-esistenziali:
Ma, forse forse, c’è qualcuno che ha colto l’essenza del sacro che alberga nella strada dei romani; i dettagli vanno anche saputi cercare e comprendere:
dopo esse stata quasi un mese fuori roma, volete mette la poesia del tramonto sur gra? #credice pic.twitter.com/pKe5BFDDvJ
— mel. (@britishongaku) August 30, 2013
Non si può non chiudere con la colonna sonora ormai unanimamente riconosciuta del Grande Raccordo Anulare: anche qui molto stereotipo e poco sacro, ma...che ridere! Alla prossima!