Garbatella parte quinta: da piazza Brin alla Basilica di San Paolo

Piazza Benedetto Brin

piazza benedetto brin
L'edificio che domina Piazza Benedetto Brin

Siete sempre su via Luigi Fincati, giusto? Ora proseguite fino a Piazza Pantera Pantero (un’altra delle piazze storiche della Garbatella) identificate l’ultima traversa sulla sinistra (via Alberto Guglielmotti) e entrateci. Dopo una salita lunga o breve a seconda del vostro allenamento, vi troverete di fronte a un bellissimo edificio liberty che si affaccia su un parco con una fontana al centro: siete arrivati a Piazza Benedetto Brin, una piazza importante per il rione.

Essa infatti rappresenta il primissimo nucleo della Garbatella, il luogo nel quale è stata posta la prima pietra e avviati ufficialmente i lavori per la costruzione della nuova borgata dal re Vittorio Emanuele III in persona il 18 febbraio del 1920. A ricordare l’evento c’è una lapide posta appena accanto all’arco d’ingresso sui lotti, in cui la Garbatella viene definito “aprico quartiere”, con una terminologia davvero d’altri tempi. Entrando attraverso l’arco, vi troverete davanti ad uno scenario che non richiama quello di una grande città, ma quello di un paese di campagna. Siete di fronte ai primissimi lotti realizzati, che possiedono un sapore ancora più campestre (tanto per rispolverare una terminologia antica), circondati da piccoli cortili e porzioni di terreno adibiti a lotti e giardini. Questi erano i lotti principalmente destinati ai lavoratori del mai nato porto di Ostia e del centro industriale di Ostiense (nell’altro lato della piazza c’è infatti la scalinata di Plinio Marco, che collega Garbatella e Ostiense). Inoltrandovi per i piccoli lotti vi parrà davvero di stare in un’altra dimensione.

Via delle Sette Chiese

via delle sette chiese
Via delle Sette Chiese vicino Commodilla

Ora continuate su via Alberto Guglielmotti, fino a giungere su via delle Sette Chiese. Di questa via abbiamo già parlato: era la via di comunicazione che collegava le “sette chiese” di Roma, corrispondenti alle sette tappe di un pellegrinaggio definito “Giro delle Sette Chiese”. Esso in origine si dipanava da San Pietro fino alla basilica di San Sebastiano fuori le mura, coinvolgendo anche la Chiesoletta come detto in precedenza; Via delle Sette Chiese copriva solo una parte di questo percorso d’impronta religiosa, per la precisione quello che va dalla Basilica di S.Paolo a quella di S.Sebastiano. La tradizione del Giro, già di epoca medievale, fu però istituzionalizzata in epoca moderna da S. Filippo Neri e ancora oggi viene rinnovata due volte l’anno, a settembre e a maggio. Questo itinerario ha ispirato un modo di dire tipicamente romano, “fare il giro delle sette chiese”, col quale ci si riferisce a un giro affannoso per la città senza costrutto, andando di qua e di là senza uno scopo, o allungando inutilmente la strada.

 

Le Catacombe e il Parco di Commodilla

catacombe di commodilla
Gli ingressi alle Catacombe di Commodilla

Alla fine di via Alberto Guglielmotti, nell’incrocio con via delle Sette Chiese, girate verso sinistra, dove della via rimane solo un piccolo tratto in sanpietrini, quasi a suggellare il vecchio ricordo dei pellegrinaggi. Al termine di questo tratto, un’iscrizione sulla pavimentazione vi segnalerà che siete di fronte al parco di Commodilla. Entrateci.

Vedrete quello che sembra un semplice parco come tanti altri; in realtà, le casette-ingresso che si trovano al centro del parco nascondono un importantissimo luogo archeologico: le Catacombe di Commodilla, risalenti all’incirca al IV secolo d.C. Il nome delle catacombe deriva molto probabilmente dalla fondatrice o dalla proprietaria del terreno su cui si sono sviluppate; dopo un lungo abbandono furono riscoperte nell’Ottocento e restaurate all’inizio del secolo successivo.

non dicere ille secrita a bboce
"Non dicere ille secrita a bboce" (da Treccani.it).

Le Catacombe di Commodilla non sono rilevanti solo dal punto archeologico, ma anche da quello linguistico, poiché in essa è presente un’iscrizione che rappresenta una delle testimonianze più importanti (e più antiche) del passaggio dal latino al volgare: “non dicere illa secrita a bboce” (non dire a voce alta quelle parole segrete), una sorta di promemoria che un religioso si “appuntò” sulla parete della catacomba al fine di non pronunciare una parte della messa, per la quale la liturgia prevedeva che dovesse essere pronunciata a bassa voce.

La Basilica di San Paolo fuori le mura

basilica di san paolo fuori le mura
Veduta della Basilica di San Paolo fuori le mura

Ritornate ora su via delle Sette Chiese, riattraversate il pezzo di strada coi sanpietrini e continuate sulla via, la quale oggi appare come una viuzza ombrosa sormontata da un colle, ma che come detto ha alle spalle un grande passato. Al termine della via, dall’angusto passaggio vi si parerà di fronte lo spettacolo della Basilica di San Paolo fuori le Mura. Essa appartiene in teoria al quartiere Ostiense, ma rimane un punto di riferimento importante anche per il rione Garbatella e comunque è sempre meglio cogliere l’occasione di visitare un monumento così importante, che è anche Patrimonio Unesco.

 

basilica di san paolo
Veduta della navata centrale della Basilica

La Basilica di San Paolo nasce nel luogo di sepoltura dell’omonimo santo, avvenuta dopo la condanna a morte e l’esecuzione datate fra il 64 e il 67 d.C.: esse furono causate dal credo cristiano del santo, in periodo di persecuzioni nei confronti dei cristiani da parte delle autorità romane. Tale tomba divenne presto oggetto di venerazione da parte dei fedeli; sarà solo con Costantino che verrà costruita una basilichetta sulla tomba, dato che ormai era stata data libertà di culto ai cristiani con l’editto di Milano del 313. La basilica si rivelerà però inadeguata al flusso continuo di pellegrini sulla tomba di S.Paolo e verrà in seguito ricostruita: ad oggi è la più grande basilica patrarcale dopo quella di San Pietro. Nel corso degli anni la basilica di San Paolo subirà moltissime modifiche, ma la sua struttura attuale è stata concepita dopo un rovinoso incendio avvenuto nel 1823, che distrusse buona parte della basilica vecchia.

tomba di san paolo
La tomba di San Paolo

Dopo aver ammirato il parco Ildefonso Schuster di fronte alla basilica, entrate dentro, dal lato di Via Ostiense (ma se volete potete anche entrare dal lato di Viale di San Paolo). Dall’ingresso di Via Ostiense, vi troverete nei transetti che introducono all’abside, una delle parti che più si sono salvate dall’incendio. Dai transetti hanno origine cinque navate, delle quale la navata centrale è la più imponente - anche da un punto di vista visivo - e all’inizio della quale potrete visitare la tomba di San Paolo. Dalla navata centrale, dirigete il vostro sguardo su quelle più esterne, nelle cui pareti noterete i medaglioni dei ritratti di tutti i papi, compreso quello di Papa Francesco, adeguatamente illuminato essendo il papa in carica.

quadriportico basilica s.paolo
Veduta del quadriportico

Uscendo dal corpo principale della basilica in fondo alla navata centrale, avrete la possibilità di visitare lo spettacolare quadriportico. Ci sarebbero molte cose da dire sulla Basilica di San Paolo fuori le Mura, ma per ragioni di spazio non possiamo qui contenerle: vi consigliamo di documentarvi prima dell’itinerario, così da scoprire tutte le ricchezze del complesso.

 

Qui termina la visita pedonale alla Garbatella. Vicino alla basilica c'è la fermata della metro B Basilica di San Paolo, con la quale potrete di nuovo raggiungere facilmente la stazione Termini. Alla prossima!