Garbatella parte seconda: dalla Fontana Carlotta agli Alberghi Suburbani

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Cortili interni su via Roberto de Nobili

Da Piazza Nicola Longobardi prendete via Cavazzi. Da lì scenderete lentamente verso via Roberto de Nobili: giunti all’incrocio con la via, girate a sinistra. Percorrerete di nuovo una dolce discesa - d’altronde la Scoletta si trova sulla sommità di un colle - nel corso della quale avete la possibilità di vedere gli ambienti tipici della Garbatella, quelli dei lotti con dei piccoli appezzamenti di terra un tempo ad orto, che di fatto costituivano il fulcro della città giardino concepita agli inizi. Girando per le strade di quartiere, non vi sarà difficile vedere questi cortili interni.

La Fontana Carlotta

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La Fontana Carlotta e la Scala degli Innamorati

Dopo un po’ sarete nella prima delle quattro piazze significative di questa porzione di itinerario: Piazza Ricoldo da Montecroce, dove si trova la Fontana Carlotta. Non si tratta soltanto di una delle tante fontanelle della Garbatella dalle quali potrete abbeverarvi, ma uno dei luoghi più rappresentativi del rione: se siete alla ricerca della “garbata ostella” Carlotta, questo è uno dei segnali della sua presenza aleggiante. Ma non tutti furono garbati con l’effige dell’ostessa, purtroppo, poiché la fontana fu in passato danneggiata da vandali e ridotta ad uno stato di degrado; solo nel 1998 terminarono i lavori di restauro che hanno restituito la fontana al quartiere. Sempre nei pressi della fontana Carlotta sono apposte due targhe: una che ricorda il giorno della riapertura della fontana dopo il restauro, e un’altra che celebra un celebre stornellatore romano, Alvaro Amici, nato proprio alla Garbatella.

Si può ben dire che la fontana rappresenti uno dei “luoghi del cuore” della Garbatella non sono in virtù del legame fra essa e i cittadini, ma anche perché al suo fianco si diparte la suggestiva scalinata o scala detta “degli Innamorati”, un punto d’incontro privilegiato per le coppie del dopoguerra.

Piazza Geremia Bonomelli

Lasciando piazza Ricoldo da Montecroce, continuate su via Roberto de Nobili e poco dopo troverete piazza Geremia Bonomelli, la seconda delle quattro piazze citate sopra. In essa vedrete, nella facciata del palazzo sulla sinistra, un’altra traccia dell’ostessa: il busto di una ragazza, con sotto l’indicazione eloquente “La Garbatella”, altro simbolo del quartiere.

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Il graffito del 1948

Nello stesso palazzo, se volgerete lo sguardo più in basso nella fiancata posizionata su via Brollo, noterete una scritta che non è come tutte le altre: in essa si legge “Vota Garibaldi Lista N°1” e risale addirittura alle elezioni del 1948.

 

Per dovere di cronaca, occorre dire che la lista “Garibaldi” era quella del Fronte Popolare, contrapposta all’epoca alla Democrazia Cristiana: un vero e proprio manifesto elettorale fai da te ante litteram, agli albori della Prima Repubblica.

 

Gli Alberghi Suburbani

Alla destra del palazzo appena citato, prendete via Cardinale Guglielmo Massaia: in esso osserverete a fianco il primo dei quattro Alberghi Suburbani della Garbatella.

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L'Albergo Rosso e l'Albergo Bianco da Piazza Michele da Carbonara

Realizzati fra il 1928 e il 1929 da un progetto di Innocenzo Sabbatini, come vedrete anche dalla mappa vennero edificati ad “incastro”, con una forma ad Y (tranne l’Albergo Rosso con la sua forma a bottiglia rovesciata). Sono conosciuti con dei nomi specifici: Albergo Rosso (dal colore della tinteggiatura), Albergo Bianco (che s’affaccia su Piazza Biffi), Terzo Albergo e Albergo Giallo (l’ingresso di questi due è in Via Percoto, una traversa di Piazza Michele da Carbonara). Essi sono di fatto la risposta all’emergenza abitativa che caratterizzava la città dell’epoca, dovendo ospitare un notevole numero di sfollati a causa delle trasformazioni urbanistiche del centro di Roma. La concezione con cui vennero eretti è quella dell’”albergo”, una sistemazione provvisoria suddivisa fra spazi comuni (come le scuole o le cucine) e spazi privati (camere da letto), concezione che però non avrà vita lunga. Dalle pagine de “L’orologio” di Carlo Levi essi vengono descritti come ambienti bui e malsani. Al contempo, però, furono realizzazioni architettoniche che destarono un notevole interesse negli addetti ai lavori e che ancora oggi appaiono dotati di grande fascino.

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L'Albergo Rosso

In particolare, colpisce l’Albergo Rosso, dietro al quale si cela una storia molto particolare: l’orologio che sormonta l’edificio per moltissimo tempo è rimasto fermo sull’ora dell’inizio dei bombardamenti su Roma del 1944, per la precisione le 11:25; quest’orologio è stato a lungo considerato come l’emblema della resistenza e della ribellione contro la guerra. Da piazza Michele da Carbonara continuate su via Massaia (fiancheggiata da entrambi i lati dall’Albergo Bianco e Rosso), fino ad arrivare a piazza Eugenio Biffi, il limite settentrionale della Garbatella vecchia, oltre il quale si snoda la parte più nuova del quartiere. In questa piazza ci sono i due ingressi degli alberghi e non solo: al centro di essa si trova un ponticello romano che è stato salvato dalla realizzazione di un parcheggio.

La storia degli Alberghi Suburbani ha anche conosciuto la comparsa di una figura entrata nel mito come quella del Mahatma Gandhi, il quale si recò anche alla Garbatella nel 1931 nel corso della sua visita a Roma, precisamente a quanto pare nell’Albergo Bianco.