Il punto di riferimento iniziale per l’itinerario al rione Garbatella è la fermata della metropolitana omonima. Uscita da essa, dirigetevi verso destra su Via Giacinto Pullino fino ad arrivare a Piazza Augusto Albini. Già qui potrete vedere le prime case di fattura popolare, lasciandovi alle spalle il nucleo della Garbatella Nuova.Proprio in direzione delle prime case più antiche e popolari, prendete la strada sulla sinistra della piazza, via Domenico Munari, arrivando fino all’incrocio con via Caffaro: vi imbatterete qui in una delle peculiarità che dimostrano la vivacità del quartiere, i murales della Garbatella.
Ne trovate un primo e per altro molto recente: è l’ultima creazione di Sten & Lex, due street artist di Roma, di fronte al quale una verace signora incontrata durante il percorso ha affermato: “Ma che so’, sti scarabocchi?”.
In realtà la street art della Garbatella rappresenta una delle cifre più suggestive del rione, una vera e propria nuova tendenza artistica, che si affianca al sapore storico delle vie dell’ex borgata.
Proseguendo dritti su via Fausto Vettor, ci si immerge nel cuore della Garbatella Vecchia. Lo scarto rispetto al precedente paesaggio urbano si vede subito ed è notevole: i palazzi lasciano il posto ai villini e ad un paesaggio più ameno; fin da subito, si possono notare le indicazioni dei lotti apposte su ogni casa, simbolo inconfondibile del quartiere ed in generale l’atmosfera del quartiere, ricco di villini in cui regna il barocchetto romano, visibile ad esempio dagli architravi che sormontano le finestre. Ci si trova in un altro mondo.
Percorrete tutta via Vettor tuffandovi nell’atmosfera popolare del quartiere; giunti alla fine della via, quando vi ritroverete di fronte questo altro murales che vedete nella foto qui accanto, tornate indietro e ripercorrete a ritroso la via fino ad arrivare davanti a via Domenico Chiodo, nella quale entrerete svoltando a destra.
Anche su via Domenico Chiodo fino a largo Carlo Randaccio potrete godere dell’atmosfera unica che permea il quartiere in mezzo ai villini deliziosamente decorati. Ancora una volta, proprio attraversando questa via, ci troviamo di fronte alla veracità degli abitanti: intenti a fare foto, una signora sorridente ci esorta bonariamente a “non copiare i modelli delle case”.
Alla fine di via Domenico Chiodo ci si ritrova di fronte a Piazza Nicola Longobardi e a uno dei luoghi più interessanti della Garbatella: la Scoletta, il nome dato dagli abitanti del rione alla scuola dell’infanzia Luigi Luzzatti. Non è affatto una scuola qualunque: a parte il legame affettivo che la lega agli abitanti del quartiere che l’hanno frequentata, possiede un particolare pregio artistico in quanto altro non è che una vecchia villa della nobiltà papalina risalente al ‘500, il cui nome originario era Villa Rosselli e a sua volta venne ricavata da una villa romana del I secolo d.C. Il ricordo di villa rurale rimane grazie anche alla presenza di un pozzo e di una fontana. La struttura odierna è opera dell’architetto Innocenzo Sabatini, che concepì questa “Scuola dei Bimbi” fra il 1919 e il 1922.
Riconoscete la Scoletta nella sigla di Caro Maestro, fiction degli anni Novanta? La si vede proprio all’inizio, a 0:21-0:22.
La Scoletta è stata anche lo scenario di alcune parti del film Totò e Marcellino. D’altronde, la Garbatella nel cinema e nella fiction ha avuto sempre molti estimatori...