Abbandonata la Piazza di Sant’Eurosia, continuate su via delle Sette Chiese in direzione del Largo delle Sette Chiese, costeggiando nella parte iniziale ancora una volta alcune delle villette del lotto 24. Giunti sul Largo, non inoltratevi in esso, ma prendete la prima via sulla destra, via degli Armatori, subito dopo un’altra graziosa villetta di colore rosso.
Risalite via degli Armatori e poi, giunti su via Francesco Passino, girate a destra, godendovi sempre la deliziosa atmosfera della Garbatella che emerge anche da questa via e le case che vi si affacciano. Anche in questa via la romanità e il romanismo del quartiere emerge in tutta la sua forza, e vi può tranquillamente capitare di passare accanto ad un parrucchiere marchiato con il simbolo della lupa della Roma.
Via Francesco Passino termina in piazza Damiano Sauli, nuova tappa del nostro itinerario. Qui vi ritroverete nel mezzo di una piazza dallo stile razionale, dominata dalla maestosa scuola elementare “Cesare Battisti”, realizzata nel 1930 in pieno ventennio fascista per far fronte al bisogno di servizi di una borgata che andava crescendo sempre di più. La prima cosa che salta all’occhio in essa è la presenza delle quattro aquile littorie che incombono sull’edificio, altro chiaro segnale del razionalismo dell’architettura fascista visibile come detto anche dalla perfetta forma rettangolare della piazza e da un sistema di linee parallele evocate dalle panchine e dalle file degli alberi. Non solo barocchetto e lotti popolari quindi. Venendo all’attualità, anche questa scuola ha ospitato alcune scene della fiction I Cesaroni.
In piazza Damiano Sauli alla Garbatella c’è anche un altro edificio d’interesse: la chiesa di San Francesco Saverio. Questa parrocchia porta con sé una particolarità storica molto importante, essendo strettamente legata al nome di Papa Giovanni Paolo II. Qui, infatti, il futuro papa nell’immediato dopoguerra ricopriva il ruolo di confessore alla domenica e sempre qui, il 3 novembre 1978, compì la primissima visita pastorale nelle periferie romane da papa neoeletto. All’interno della chiesa esiste una statua di bronzo che raffigura proprio il papa polacco nel gesto dell’assoluzione al termine della confessione.
Tornate ora su via Passino, ripercorrendola a ritroso. Ad un certo punto, vi troverete di fronte al murales di colore rosso che avevate visto al termine di via Fausto Vettor, se ben ricordate. Oltrepassatelo: appena dopo si aprirà di fronte a voi piazza Bartolomeo Romano, nella quale due sono le “attrazioni principali”: il teatro Palladium e il lotto 8, su via Fincati.
Il Teatro Palladium, chiamato in origine Cinema Teatro Garbatella, fu terminato nel 1930 ed è anche questo frutto dell’ispirazione dell’architetto
Innocenzo Sabbatini. Per la sua realizzazione l’architetto abbandona il barocchetto per ispirarsi all’architettura della Roma antica, con la sua
forma convessa esterna che si adatta alla pianta ellittica della sala esterna; un’altra peculiarità interessante del cinema teatro sta negli appartamenti sovrastanti: furono concepiti come
alloggi per gli artisti. A lungo centro culturale fondamentale per l’intera borgata, è stato ristrutturato dall’Università di Roma Tre nel 2003, la quale l’aveva acquistato
l’anno precedente per farne un laboratorio di arte e di spettacolo a disposizione degli studenti dell’ateneo. Peccato che ora a quanto pare, a causa della mancanza di fondi il Teatro Palladium chiuderà.
Prospiciente al teatro si trova il lotto 8, che divide via Edgardo Ferrati e via Luigi Fincati con l’entrata su quest’ultima. Anch’esso rientra nell’ambito delle opere di edilizia popolare su cui la Garbatella stessa si è fondata, ma come si noterà dall’imponenza del complesso si può facilmente notare un cambiamento rispetto all’edilizia basata sui villini isolati circondati da cortili, orti e appezzamenti. La popolazione della Garbatella cresceva sensibilmente ed era quindi sempre più pressante la necessità di costruire edifici più grandi per accogliere un maggior numero di persone rispetto ai preventivati operai del porto di Ostia non più realizzato; in effetti, il lotto verrà realizzato fra il 1923 e il 1926, qualche anno dopo la nascita della borgata originaria. Il lotto 8 risponde a questa necessità di maggiori capacità di accoglienza; le sue dimensioni non vanno però a detrimento della sua gradevolezza estetica, dato che la sua facciata composta da una serie di balconi e di finestre un po’ ad arco un po’ no lo rendono davvero un bell’edificio, architettonicamente interessante anche perché è un edificio “a corte”, cioè con un “vuoto” interno - generalmente a cortile - il cui perimetro è rappresentato proprio dal palazzo stesso.