Il punto di partenza dell'itinerario è Piazza Caballini, dove si trovava il varco d’ingresso del primo deposito cittadino di tram a cavallo, poi in seguito all’elettrificazione delle linee nel 1904, fu trasformato in rimessa esclusivamente tramviaria.
Imboccando via del Pigneto lo sguardo cade inevitabilmente sui grossi capannoni, testimonianza visiva della vocazione operaia del quartiere. Negli anni le aree industriali dismesse come il Pastificio Pantanella, la Serono e la Snia-Viscosa sono state gradualmente reinserite nel tessuto cittadino. Oggi ospitano uffici, servizi e spazi pubblici frequentati e restano simboli di quell’anima proletaria.
Pochi passi e si arriva alla famosa isola pedonale del Pigneto, sede mattutina di uno dei mercati rionali di Roma e ormai location della vita notturna. Da qui partono un dedalo di stradine irregolari, nelle cui abitazioni hanno vissuto uomini della Resistenza romana segnalati dalle postazioni del percorso della memoria “Pigneto ‘44”. Ti consiglio di fare un salto il 25 aprile, dal pomeriggio fino a tarda sera in Piazza Persiani Nuccitelli ci sono sempre iniziative dedicate alla Festa della Liberazione.
Siamo entrati nella zona dei Villini, “la città giardino del prenestino” costruita sulla scia dell'Aventino o Coppedè, ben più note e ricche nella Roma in quegli anni. Il Pigneto diventa il quartiere dei ferrovieri, con villini bifamiliari in stile liberty a uno o due piani e circondati da giardinetti privati. Puoi gironzolare tra queste stradine tranquille, diventate famose grazie alla seguitissima fiction “I Cesaroni” con Claudio Amendola ed Elena Sofia Ricci.
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