A cura di: Mariavittoria Ponzanelli e Valentina Cinelli ideatrice dell'Associazione Culturale Sampietrino
Un tour per riflettere sull'importanza dei sampietrini nell'immaginario collettivo. I piccoli blocchi di selce identificano Roma allo stesso modo in cui importanti monumenti la rappresentano, a più riprese, nel corso del tempo, si è parlato di rimuovere il tipico selciato romano dai luoghi in cui è entrato a far parte dell'immaginario comune.
Foto 1, 2, 3: di Valentina Cinelli. Piazza Madonna dei Monti: Editoriale Cronaca di Roma, Rione Monti. "I selciaroli": Umberto Boccioni, 1914
Quando "gira voce" che i sampietrini rischiano di essere rimossi dalle strade romane, la romanità si infiamma!
I sampietrini fanno emergere l' "anima bellicosa" delle persone, dice Valentina Cinelli che nel 2006 ha dato vita ad un progetto in difese e tutela dei Selci, testimoni silenziosi di tanti secoli di storia di Roma.
Incuriosita da tanta passione nei confronti del piccolo blocchetto di pietra, ho contattato Valentina e le ho proposto di creare insieme un tour, a cui è possibile partecipare il 10 Maggio (ore 16.00) durante Open House Roma 2015 il weekend dedicato all'architettura, dove tutta la città di si trasforma in un grande evento culturale.
Il luogo scelto per l'incontro è la splendida Piazza della Madonna dei Monti dove la posa dei sampietrini, intorno alla fontana ottagonale, ha un disegno particolare che ricorda i petali di un fiore.
Percorreremo insieme a voi le strade del Rione, osservando i luoghi in cui la pavimentazione è uniforme e quelli in cui è turbata dalla presenza di rattoppi d'asfalto, riflettendo sul cambiamento
che subiscono le città nel corso dei secoli, con l'intento di capire quello che i piccoli, ma solidi, sampietrini rappresentano per Roma e per i romani.
Il percorso a piedi: Piazza della Madonna dei Monti, Via Baccina, Via della Madonna dei Monti, Salita dei Borgia, San Pietro in Vincoli, Via Urbana, Basilica di Santa Pudenziana.
"Le Pietre d'inciampo (ted. Stolpersteine) sono una iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L'iniziativa, attuata in diversi paesi europei, consiste nell'incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle abitazioni che sono state teatro di deportazioni, dei blocchi in pietra muniti di una piastra in ottone." (Wikipedia)
Il Rione Monti ospita alcune pietre d'inciampo in memoria delle persone deportate.
20 sono le pietre in Via della Madonna dei Monti 82: Orabona Moscato, Mosè Di Consiglio, Salomone Di Consiglio, Gemma Di Tivoli, Santoro Di Consiglio, Marco Di Consiglio, Franco Di Consiglio, Rina Ester Di Consiglio, Virginia Di Consiglio, Marisa Di Consiglio, Lina Di Consiglio, Cesare Elvezio Di Consiglio, Clara Di Consiglio, Angelo Di Castro, Giuliana Colomba Di Castro, Giovanni Di Castro, Leonello Di Consiglio, Graziano Di Consiglio, Enrica Di Consiglio, Mario Marco di Consiglio. Via Urbana 2 ospita la pietra d'inciampo dedicata a Don Pietro Pappagallo, sacerdote della Diocesi di Roma, medaglia d'oro al merito civile, incluso tra i martiri della Chiesa del XX secolo da Giovanni Paolo II durante il giubileo dell'anno 2000, a cui si è ispirato Roberto Rossellini nel film Roma città aperta nel personaggio mirabilmente interpretato da Aldo Fabrizi.
Alla fine dell'itinerario, nella sede del laboratorio artigiano Forum Neon, in via Baccina 68 di fronte alla casa in cui ha vissuto Ettore Petrolini, per concludere la nostra riflessione ci sarà una Mostra Fotografica sul Sampietrino.
“Questa strada per cui camminiamo con questo selciato sconnesso e antico, non è niente, non è quasi niente, è un’umile cosa. Non si può nemmeno confrontare con certe opere d'arte, d'autore, stupende, della tradizione italiana, eppure io penso che questa stradina da niente, così umile, sia da difendere con lo stesso accanimento con la stessa buona volontà, con lo stesso rigore con cui si difende un'opera d’arte di un grande autore.”
Pier Paolo Pasolini, “La Forma della Citta” (1974)
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