L'area dove oggi sorge Villa Mercede era parte fino alla fine dell'800, di una vasta area coltivata a vigne denominata vigna Zampillone, estesa dalle Mura fino al Verano.
L'urbanizzazione del quartiere agli inizi del '900 ridusse velocemente l'area coltivata, portando i suoi proprietari ad edificarvi nel 1913 una "Villetta".
Nel 1931 l'area fu ceduta alle Suore Ausiliatrici, che ancora oggi vi tengono il convento e che vi eressero la chiesa neogotica di San Tommaso Moro, con l’ingresso su via dei Marrucini.
Nel 1983 una porzione tra via Tiburtina e via dei Marruccini venne acquistata dal Comune, che ne avviò la riapertura al pubblico. Oggi vi sono vialetti ombreggiati, una pista di pattinaggio e un campo di pallavolo e la frequentatissima Biblioteca di Villa Mercede, oltre che sede di manifestazioni culturali durante l’Estate Romana.
Su via dei Ramni, nel 1926 furono costruiti due villini in stile composito neomedioevale, frutto della collaborazione tra due importanti architetti dell'epoca, Del Fa e Gino Coppedè, l'architetto del quartiere Liberty di Roma.
Per scoprire Villa Gentili-Dominici bisogna passeggiare lungo le Mura, nei pressi di Porta Tiburtina. Incastonata tra le mura Aureliane e gli acquedotti, ha inglobato anche il camminamento sulle mura, trasformandolo in un giardino pensile.
Fu costruita nella metà del '700 per volere del marchese Filippo Gentili, passò in mano a diversi proprietari fino alla famiglia Dominici che, nel 1913 si occupò del restauro e della sistemazione dei giardini. La parte maggiore della proprietà è stata ceduta all'esercito, che attualmente la occupa con una caserma.