Dinamica edilizia e rinnovo del patrimonio urbano nei centri storici
Volume documento della Manifestazione promossa dal Consiglio Direttivo della Sezione Romana di Italia Nostra nel 1973, Bulzoni
Ed.
L'idea di un itinerario alla scoperta degli antichi mestieri del Rione Monti nasce dalla lettura di questo bellissimo documento, che oggi è fuori edizione ma sarebbe interessante se fosse posto al centro delle attuali trasformazioni in atto, in prospettiva di una Capitale che rinnova se stessa imparando dall'esperienza passata. Se siete curiosi di leggere questo testo, potete farlo alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Sala Manoscritti, oppure potete andare alla Biblioteca di Architettura di Roma Tre.
La Manifestazione Roma Sbagliata ha prodotto due volumi di notevole interesse. Il 2° Volume uscito nel 1974 raccoglie gli atti del Convegno, a distanza di un anno dalla Manifestazione, per stabilire quali progressi fossero stati compiuti registrati a un anno dagli Studi sul Centro Storico.
La manifestazione annuale Open House Roma, ogni volta mi pone sempre nuove riflessioni riguardo alla nostra amata città, nostra e di tutti, perché Roma è patrimonio dell'umanità. E ogni anno, cerco di rapportarmi a questo enorme patrimonio provando a capire che cosa ogni singolo cittadino può fare, per accompagnare questo cambiamento verso una città più umana e sostenibile per tutti.
Di seguito desidero condividere un brano che ritengo possa aprire il cammino a successive riflessioni sulla città, viste con uno sguardo al presente rispetto ai punti di rottura con il
passato.
Bernardo Rossi Doria: Roma Sala Borromini, 11 ottobre 1973
Mi sembra che da tutti questi dati sia emerso un quadro abbastanza chiaro di quelle che sono state le trasformazioni del centro storico, le trasformazioni di carattere strutturale e di carattere quantitativo.
Il dato più importante che è emerso è che nei rioni del centro storico sono rimasti soltanto 120mila abitanti, mi sembra che sono pochissimi rispetto agli oltre 250mila che c'erano un tempo.
Questa tendenza se dovesse proseguire, rischierebbe di farci trovare di fronte ad un'area che dovremmo considerare più come un'area archeologica che come un'area urbana; dovremmo assumere nei confronti di quest'area un atteggiamento di carattere distaccato, lo stesso tipo di atteggiamento che potremmo assumere nei confronti di un parco naturale, cioè di un qualche cosa che non è abitato, di cui abbiamo egualmente bisogno.
A me non sembra che questo debba essere l'obiettivo che noi dobbiamo perseguire nei confronti del centro storico; noi dobbiamo continuare a poter considerare il centro storico di Roma come un
centro a carattere urbano, come un centro abitato e vitale, anche se dobbiamo rinunciare a pensare che quel tale tipo di struttura sociale ed organizzativa tradizionale è ormai destinato a
scomparire, se già non è del tutto scomparso.
È quindi inevitabile un cambiamento, ma è pure egualmente necessario che si mantenga questo quadro urbano.
Una prima proposta che fare è che dovremmo fare ogni sforzo per arrestare il processo di svuotamento di popolazione del centro storico, ma anche per reincrementarlo... Questo proprio per assicurare la vitalità del centro storico.
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Occorre che tutta la città sia responsabilizzata nei confronti del centro storico.
Perché questo possa avvenire... occorre che questa popolazione possa avere dei riferimenti nei confronti di questo centro storico, possa avere dei motivi per interessarsene e nella situazione
attuale è estremamente difficile pensare che la popolazione della periferia si Roma possa avere interesse alla difesa del centro storico.
Non c'è nulla che possa attrarli; le istituzioni culturali, le istituzioni politiche sono completamente prive di vita, sono inaccessibili... ; è egeneralmente inaccessibile il centro storico
sotto questo profilo, se è vero che i Musei e tutte le istituzioni culturali sono sempre chiuse, che è difficile persino entrare in rapporto con quelle grandi istituzioni della Repubblica che
pure debbono essere accessibili alla popolazione della città.
La Casa Bianca è visitabile, la Reggia di Londra è visitabile, la Reggia di Copenaghen è visitabile; non capisco perché non siano visitabili i giardini del Quirinale, una volta o due alla
settimana, quello che sia non capisco perché non sia visitabile in qualche maniera, il Parlamento, non capisco perché la popolazione non possa entrare in rapporto con queste istituzioni.
Penso ai Musei: abbiamo letto sui giornali in questi giorni che è stato ancora ulteriormente ridotto l'orario di apertura, ora sono aperti soltando dalle 9 alle 14, per cui sono stati resi
ulteriormente inaccessibili. Occorre quindi una politica in senso culturale, e così via..
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Occorre quindi fare, tutte queste cose proprio per restituire la città all'intera popolazione, a cui viene oggi preclusa.
Questi sono i veri obiettivi dell'accessibilità al centro storico: è sotto questo profilo e con questi obiettivi che bisogna... studiare il problema del traffico. Il problema della
pedonalizzazione, e così via, che altrimenti rischia di diventare uno strumento, quello della pedonalizzazione, per incentivare certi commerci consumistici, per incentivare questa trasformazione
di Roma in città di cartone, in città circo, in città con le vie natalizie, con le vie che invitano al puro consumo, e così via.
Occorre quindi impedire che il rapporto con le zone archeologiche sia quello del Suolo e Luci, cioè dell'aritificiosa esposizione dei valori culturali, ecc. questo discorso della pedonalizzazione
non deve essere, quindi, una forma di preclusione dell'accesso, piuttosto che una forma reale di accesso a tutti i beni ed ai valori che contiene il centro storico.
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Resta in sospeso un altro discorso, c'è veramente da domandarsi quale istituzione, quale Municipio, quale Comune, chi potrebbe assumersi la responsabilità di una politica, per il centro storico
di Roma.