di Mariavittoria Ponzanelli
Roma dei poeti è un percorso fra strade, nomi e suoni. L'eco di un verso fra le pagine di un libro. È la reminiscenza che ci sorprende quando scorgiamo sul muro di una strada un nome conosciuto e ascoltiamo il suono d'una lingua, nata per rendere la vita una parodia.
Zona di Roma: Rione Esquilino e Rione Monti
Tipologia di percorso: Amanti degli Studia Humanitatis e Sognatori di tutte le epoce
Difficoltà del percorso: Adatto a Tutti
Tempo di percorrenza: 2 ore e mezza
Lunghezza: 3 km
Come raggiungere da Stazione Termini: Camminare a piedi dalla Stazione Termini (uscita via Giolitti) procedere per via Gioberti fino alla piazza di Santa Maria Maggiore, svoltare in via Merulana
Orario consigliato: Mattina presto e Dopo il tramonto
La prima reminiscenza poetica del percorso è via Merulana. La strada si estende per 1,3 km ai suoi estremi opposti si trovano le Basiliche di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano. Ombreggiata da folti alberi di platano è un percorso piacevole da fare in ogni stagione, anche se stretti dal caldo abbraccio di Caronte.
Si arriva in via Merulana prendendo l'autobus 714 (ogni 10 min) dal piazzale della Stazione Termini, scendendo alla terza fermata: Merulana/Mecenate. Tempo di percorrenza 5 min.
Percorso alternativo: camminare a piedi dalla Stazione Termini (uscita via Giolitti) per 950 m, procedere per via Gioberti fino alla piazza di Santa Maria Maggiore, svoltare in via Merulana. Tempo di percorrenza 11 min.
A QUESTA VIA ALL'UMANITÀ VITALE E DOLENTE
DELLA ROMA FRA LE DUE GUERRE SI ISPIRÒ
CARLO EMILIO GADDA PER IL SUO PASTICCIACCIO
CAPOLAVORO DELLA LETTERATURA DEL '900
Queste parole sono incise sulla targa in onore di Carlo Emilio Gadda che si trova al numero 268 di via Merulana, anche se resta un mistero il perché la targa non sia stata messa al numero 219!
La seconda reminiscenza si incontra proseguendo su via Merulana per 280 m, dove a largo Leopardi possiamo ammirare esternamente l'edificio in laterizio dell'Auditorium di Mecenate: un salone-ninfeo appartenuto alla Villa (Horti Maecenati) che Mecenate si fece costruire intorno al 30 a.C.. Il sito può essere visitato su prenotazione telefonando allo (0039) 06.0608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00.
"Come sono vicini a noi gli antichi
saggi e poeti. S'allontana il mondo
che ci circonda e si dilegua in nebbia
scialba a la viva luce che s'irradia
da parole ed immagini, destate
dal nostro desiderio a nuova vita..."
(Mario Scotti, Poesie)
Proseguendo il cammino lungo via Leopardi si scorge al termine della strada, in tutta la sua maestosità, piazza Vittorio Emanuele II, costruita durante il piano regolatore del 1873. Nel giardino al centro della piazza si stagliano i grandiosi resti in laterizio chiamati trofei di Mario, appartenenti a una fontana eretta nel 226 da Alessandro Severo con funzione di castello di distribuzione idrica, alimentata da un ramo dell'acqua Claudia. A sinistra dei ruderi è stata ricomposta la Porta magica, fatta costruire dal Marchese Massimiliano di Palombara nel 1680 nella sua villa situata sul colle Esquilino, nella posizione quasi corrispondente all'odierna piazza Vittorio, dove oggi è stata collocata.
Incontriamo la terza reminiscenza ai piedi della Porta alchemica, dove risiede indisturbata una delle colonie feline presenti nella capitale. Sono i gatti di Roma, adagiati mollemente tra una colonna di travertino di epoca romana, un sasso contemporaneo, un simbolo magico di origine incerta. I gatti che ti guardano socchiudendo gli occhi, sembrano vivere in un mondo tutto loro, fatto di sogni e gloria.
Per completare le multiformi magie di questa piazza che ha ospitato, per un secolo, uno dei mercati più popolari di Roma e oggi si è trasformata in centro di incontro interculturale: ogni mattina si medita con il Tai chi tchuan.
Lasciamo piazza Vittorio (uscita nordovest) per scoprire una nuova tappa del nostro cammino. Imboccando via Carlo Alberto in direzione di Santa Maria Maggiore, se siete curiosi di scoprire dove porta il vicolo che si scorge alla vostra sinistra, allontanandovi di qualche passo dalla strada principale, i vostri occhi saranno ricompensati da una visione inattesa: l'arco di Gallieno, ricostruzione augustea della porta Esquilina delle mura Serviane. Il nome attuale deriva dal restauro fatto nel 262 da Marco Aurelio Vittore, che dedicò l'arco all'imperatore Gallieno e a sua moglie Solonina, come si legge nell'iscrizione sulla cornice:
GALLIENO CLEMENTISSIMO PRINCIPI CVIVS INVICTA VIRTVS SOLA PIETATE SVPERATA EST ET SALONINAE ANCTISSIMAE AVGUSTAE AVRELIVS VICTOR V(ir) E(gregius) DICATISSIMVS NVMINI MAIESTATIQVE EORVM.
Tornando in via Carlo Alberto in direzione della Basilica di Santa Maria Maggiore, potete ammirare la più importante chiesa romana dedicata alla Vergine.
Lasciata Santa Maria Maggiore, procedendo in direzione nord verso via Vincenzo Gioberti e continuando su piazza dell'Esquilino fino a raggiungere via Camillo Benso Conte di Cavour. Svoltando a destra incontriamo via Urbana, dove al N°23 si trova la quarta reminiscenza del nostro percorso. Risiedeva in questo luogo il Teatro Manzoni inaugurato il 4 novembre 1876, che possiamo considerare il tempio dell'avanspettacolo dei primi del Novecento, per aver accolto fra le sue mura le rappresentazioni della sublime arte di Ettore Petrolini.
Reso omaggio al celebre artista, procediamo in direzione di via Panisperna, luogo della nostra quinta reminiscenza. Dal martirio di san Lorenzo (III sec. d.C.) alla scoperta del nucleare (XX secolo): la strada che ha visto nascere l'era atomica, ospita oggi al numero 193 la Casa della Cultura Antiatomica.
"La scienza, come la poesia,
si sa che sta a un passo dalla follia"
La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia
Attraversando via Panisperna in tutta la sua lunghezza si raggiunge la Salita del Grillo, che prende il nome dall'omonimo palazzo con torre dove Mario Monicelli ha girato uno dei suoi film più amati dal pubblico: Il Marchese del Grillo sesta reminiscenza del nostro itinerario. Tra i poeti del nostro percorso non poteva mancare il grande Alberto Sordi, il cui modo di caratterizzare i romani ha fatto epoca in un secolo in cui la poesia, antica arte musiva, si è materializzata anche nei mezzi di comunicazione.
Percorrendo la Salita del Grillo fino a via Tor de' Conti, si può godere della vista incantevole del Foro di Nerva, innalzato nel 97 d.C. dall'imperatore Domiziano e immortalato da Giovanni Battista Piranesi in una delle sue celebri incisioni.
Voltando le spalle al Foro imboccate via della Madonna dei Monti. Strada angusta e stretta, un tempo sede di botteghe di artigiani, al cui lato opposto si trova la Chiesa di Santa Maria ai Monti, costruita nel luogo in cui sorgeva un monastero di clarisse, istituito da San Francesco: il santo poeta. Giunti a metà della via, svoltate in via dell'Agnello in direzione di via Camillo Benso Conte di Cavour. Attraversate la strada proseguendo in via del Cardello, alla cui fine si ammira una delle vedute panoramiche più suggestive del Colosseo.
Il nostro itinerario di Roma a piedi termina contemplando uno dei monumenti più belli creati dall'uomo, simbolo della grandeur romana di ogni tempo, di cui il Belli scrive:
"Cqui se ggiostrava, e sse sparava bbòtti (...)
Se chiamava sta ggente Gradiatori,
E ll'arte loroo era de fà a ccazzotti"