Secondo una leggenda fu fondata da papa Liberio, eretta nel luogo di una miracolosa nevicata (5 agosto 356). La costruzione attuale pare che non sia anteriore a Sisto III; gli scavi dle 1966-71 hanno portato in luce i resti di un complesso di età augustea o addirittura precedente, ricostruito ai tempi di Adriano e Costantino, sul quale s'imposta l'attuale basilica.
14 settembre 1835: il Sonetto 406 di Giuseppe Gioachino Belli racconta la leggenda che ha portato alla costruzione della Basilica di Santa Maria Maggiore.
La Madòn de la Neve è una Madonna
Diverza assai da la Madòn de Monti,
Da quell'antra viscin' a Ttor de Conti
E da quella der Zasso a la Ritonna.
Sopra de lei m'arricontava nonna,
Fra ttant'antri bbellissimi ricconti,
'Na storia vera da restacce tonti,
Che nnun ze n'è ppiù intesa la siconna.
Ciovè cche un cinqu'agosto, a ora scerta,
Nevigò in zimetria su lo sterrato
Fra Vvilla Strozzi e 'r Palazzo Caserta
E intanto un Papa s'inzoggnò un sprennore;
E « Vva', » ss'intese dì: « ddov'ha ffioccato
Fa' ffrabbicà Ssanta Maria Maggiore ».
Mario Scotti ci regala uno sguardo contemporaneo all'atmosfera delle chiese di Roma, in contemplazione dell'eterna bellezza della storia e della vita.
Non il Cristo pantocrate in catini
azzurri circondato dalle stelle
che non vibrano, gelide e remote,
sia compagno al mio sonno senza fine.
Nelle chiese di Roma quando è sera
languide donne indugiano. In offerta
danno il peso di amori troppo umani
e trasognate guardano i sepolcri
d'antichi morti in fondo alle cappelle
ove il marmo biancheggia in mezzo all'ombre.
Oh nostalgie che vi stringete al cuore!
Un'ambigua bellezza mi sorride
dalle arcate...
Mario Scotti, Poesie