di Mariavittoria Ponzanelli
Un itinerario creato da Romaapiedi.com per Roma Social Trekking, evento organizzato il 19-20-21 febbraio 2016 dalla cooperativa Walden viaggi a piedi con il patrocinio della Rivista del Trekking e Federtrek. È stata una bellissima occasione per esplorare insieme agli appassionati di trekking il Rione Esquilino, riflettendo e osservando la sua trasformazione nel tempo, la sua bellezza e quanto è oggi celato al nostro sguardo. Riproponiamo le tappe fondamentali del tour, per dare la possibilità a chi non era presente di avere dei punti di riferimento nella scoperta "in solitaria" di questo rione multiculturale, ricco di sorprese.
Zona di Roma: Rione Esquilino
Tipologia di percorso: Trekking urbano
Difficoltà di percorso: Facile
Tempo di percorrenza: 2-3 ore
Lunghezza: 3-4 km
Come raggiungere da Stazione Termini: a piedi uscita Laziali in direzione di Piazza Vittorio Emanuele II
Orario consigliato: Sabato-Domenica pomeriggio
Protagonisti del nostro percorso sono luoghi e strade: la Porta Magica, l'Arco di Gallieno, la Chiesa di S. Eusebio, Street Art in via Giolitti, l'Ex Caserma Sani (Sapienza Università di Roma), il Nuovo Mercato Esquilino, il Teatro Ambra Jovinelli, l'Ex Palazzo della Zecca, Piazza Dante: il cantiere dei poeti, la Scuola elementare Federico Di Donato, le Tombe di epoca repubblicana in via Statilia; gli archi dell'Acquedotto Neroniano; Villa Wolkonsky (residenza dell'Ambasciatore del Regno Unito); la Basilica di Santa Croce In Gerusalemme; il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali; il Parco urbano di Viale Carlo Felice; la Scala Santa.
Il punto d'incontro dell'itinerario è la “Porta Magica” o “Porta Alchemica” di Piazza Vittorio Emanuele II.
Siamo nel “quartiere umbertino” di Roma costruito dopo l'Unità d'Italia con il piano regolatore del 1873, che in pochi anni trasforma una vasta area della nuova capitale. La superficie in cui si trova oggi la piazza è un'area archeologica molto importante; in origine l'Esquilino era la più vasta Necropoli protostorica di Roma. Le prime bonifiche risalgono all'epoca di Ottaviano Augusto (27 a.C. – 14 d.C.); tra il 42 e il 38 a.C. Gaio Cilnio Mecenate (68 a. C. – 8 a. C.) vi costruì una villa suburbana, gli Horti Maecenatis, di cui si è conservato l'Auditorium Maecenatis, in via Giacomo Leopardi. L'orografia dell'Esquilino era molto diversa da oggi, durante la bonifica di Mecenate, la necropoli che occupava anche questa parte del colle venne interrata e sostituita da impianti, horti e ville lussuosi. Durante il giubileo del 1575, papa Gregorio XIII inaugurò l'apertura di via Merulana, che collegava Santa Maria Maggiore a San Giovanni in Laterano.
L'intensa attività edilizia di fine Ottocento, non permise la restituzione di un quadro chiaro sull'entità e la precisa ubicazione dei rinvenimenti rispetto al piano urbanistico, benché fosse stata costituita una Commissione Archeologica Comunale che aveva il compito di sorvegliare gli scavi. (Roma. Piazza Vittorio Emanuele II. Un nuovo settore degli Horti Lamiani - Fasti online documents & research)
Il giardino, posto al centro dell'asse che collega le due basiliche di Santa Maria Maggiore e Santa Croce in Gerusalemme, viene progettato, da architetti e botanici dell'epoca, come un'oasi paesaggicistica che si integra con luoghi e monumenti. Parte integrante del disegno di Carlo Tenerari sono i Trofei di Mario una fontana monumentale (larga 20 metri e alta almeno 25), fatta costruire nel 226 dall'imperatore Alessandro Severo, nota nelle fonti romane come Nymphaeum Divi Alexandri, e la Porta Alchemica di Villa Palombara. Al centro un laghetto (oggi prosciugato) con il gruppo statuario creato dallo scultore Mario Rutelli, che raffigura tre figure umane, un delfino e un polipo avvinghiati, ironicamente detto "il fritto misto".
Carlo Emilio Gadda nel capitolo X del suo Pasticciaccio raffigura la piazza così: "(...) d'un diverso vivere e di più folto popolo e popoluccio gremita, d'altri toponimi inscritta, d'altri nomi insigne, fra i ruderi augusti e il grigiore umbertino delle case a cinque piani, e il rotolare alquanto impedito e però campanellante dei tram (...)".
Il quartiere umbertino di Roma detto "torinese", per la presenza degli alti portici che ricordano lo la prima capitale d'Italia, e il suo stile, detto anche "eclettismo", un elemento comune a tutti i fenomeni architettonici postunitari.
Nelle maggiori città italiane sorgono palazzi e costruzioni "neorinascimentali" nelle quali viene abbinato l'uso di nuovi materiali, ferro, acciaio, ghisa, cemento e vetro che rendono possibili nuove soluzioni.
APPROFONDIMENTO
"Assecondando il progetto della Commissione Comunale del 1871, si decise di creare una monumentale piazza porticata, assoluta novità della Roma Umbertina. I lati corti presentano due lotti ciascuno, mentre i lati lunghi sono caratterizzati da tre lotti. Unica eccezione della piazza, è la chiesa di S. Eusebio che, disposta a nord del lato lungo di nord-est, rompe la ricercata simmetria e la continuità dei portici. I palazzi, progettati per essere rilevanti dal punto di vista architettonico, così come richiese il Comune, sono alti circa 24 metri, presentano dei portici caratterizzati da 280 colonne di ordine tuscanico, sulle quali si impostano direttamente gli archi. Al di sopra, si presentano quattro piani ricchi di decorazioni che si ispirano all’ architettura classica. Le soluzioni angolari sono risolte con l’utilizzo del bugnato, peraltro tipico dell’ ambiente romano. Gli edifici mediani speculari realizzati dal Koch, i più maestosi, si riconoscono per i numerosi elementi decorativi, come i fregi sulla parte superiore che si interpongono alle finestre dell’ ultimo piano. In ognuno di essi sono presenti diciannove arcate al livello del portico e tre balconi al livello del primo piano, sorretti da colonne di ordine ionico a fusto liscio, due per quelli laterali e sei per quello centrale." Cit: ArchiDiAP