Itinerario Free

Percorso free – Partenza da Piramide, Metro Linea B

Piramide Cestia e Porta San Paolo
Piramide Cestia e Porta San Paolo

Appena usciti fuori dalla Metropolitana vi trovate di fronte la Piramide Cestia, un mausoleo in stile egiziano fatto costruire nel 12 a.C. da Caio Cestio Apulone, un politico romano vittima della moda dell'Oriente, scoppiata dopo la conquista dell’Egitto (30 a.C.).

 

Sulla destra della Piramide, al centro del piazzale antistante la metropolitana, potete attraversare Porta San Paolo, l’antica Porta Ostiensis, inglobata successivamente nelle Mura Aureliane, fatte costruire dall’Imperatore Aurelio nel III secolo dopo Cristo.

Palazzo della Posta
Palazzo della Posta

Imboccando Via Marmorata, l’arteria principale che da Piramide porta fino al lungotevere, inizia la sfilata degli edifici fascisti: sulla destra il palazzo delle Poste, un esempio rigoroso di Razionalismo, realizzato nel 1933-34 dagli architetti Adalberto Libera e Mario De Renzi, il primo dei quali ha realizzato il neoclassico Palazzo dei Congressi all’Eur. Se volete fare una sosta, trovate due aree verdi una alle spalle e l’altra di fronte alle Poste.

 

Su via Marmorata, angolo via Galvani, trovate la caserma dei Vigili del fuoco, anche sede del Museo storico del Corpo dei Vigili del Fuoco.

Proseguendo su via Marmorata, al numero civico 169 e 149 si possono vedere due palazzi del Ventennio, con particolari cortili interni. Arrivando sulla Piazza dell’Emporio, potete osservare un Arco dell’antico Emporium romano, una serie di edifici in tufo costruiti dal II secolo a.C fino al II d.C. per la conservazione e l’immagazzinamento delle merci, dopo che il porto di Roma, il Foro Boario, non bastava più a contenerle.

Porticus Aemilia
Porticus Aemilia

Tra via Marmorata e via Rubattino ci sono i resti del Porticus Aemilia, un edificio in tufo che faceva parte dei magazzini del porto di Roma, che proseguono su via Florio, Via Branca e via Franklin. Da luglio 2012 sono in corso degli scavi e la riqualificazione dell'area, a cura della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Roma e dell'Istituto olandese Knir.

Roma a piedi "Itinerario Testaccio"
Chiesa di Santa Maria Liberatrice

A sinistra potete vedere piazza S. Maria Liberatrice, ideale per una sosta: c'è un giardino (intitolato alla famiglia Di Consiglio, trucidata alle Fosse Ardeatine) con bagni pubblici, un parco giochi per bambini, panchine e fontanelle.

 

Nel 1908, Papa Pio X fa erigere, su progetto dell'architetto Mario Ceradini, la Chiesa di S. Maria Liberatrice, da cui prende il nome la piazza. Sulla facciata della parrocchia, in stile neoromanico, ci sono due mosaici raffiguranti la crocifissione e la Madonna fra i S.S. Pietro, Paolo, Quirico, Giulietta, il papa Zaccaria e Teodoto. Nella Chiesa, sopra l'altare maggiore, potete osservare un affresco del XVI secolo: una Madonna con bambino proveniente dall'omonima Chiesa di S. Maria Liberatrice al Foro Romano, costruita nel 1617 sulle macerie della Chiesa paleocristiana di S. Maria Antiqua e demolita nel 1902 per riportare alla luce il primo santuario della madre di Gesù. La venerata immagine venne trasferita, insieme al titolo, a marmi e stucchi, nella Chiesa di Testaccio, dove troneggia sotto un baldacchino in marmo rosso, sorretto da quattro colonne di granito rosa.

Da Piazza S. Maria Liberatrice proseguire dritto per via N. Zabaglia e girare al primo semaforo a destra, su via Galvani. Sulla destra c'è la sede del Nuovo Mercato di Testaccio, dove potete fare la spesa fino all'ora di pranzo.

 

Proseguite fino all’ex Mattatoio (piazza Orazio Giustiniani), un complesso realizzato dopo l’Unità d’Italia da Gioacchino Ersoch, nella prima fase edilizia del quartiere operaio. Attualmente è una delle due sezioni del MACRO, il Museo di Arte Contemporanea di Roma, ed ospita la sala espositiva de "La Pelanda" e una sede della Facoltà di Architettura dell'Università Roma Tre. Gli edifici dell'ex Mattatoio si trovano alle pendici del Monte dei Cocci, formato nei secoli dall'accumularsi di 25 milioni di anfore.

 

Qui inizia via di Monte Testaccio. Di notte potete fare un giro dei locali e pub lungo la via, che prosegue a gomito: Alibi, Contestaccio, Radio Londra, Caffè Latino ecc. Di giorno, uscendo dal Macro, sulla destra, proseguite fino a via del Campo Boario, dove si trova la Città dell'Altra Economia, con il mercato biologico, e il centro sociale Villaggio Globale. Attraversando il complesso occupato vi affacciate sul Lungotevere Testaccio, da dove potete vedere il Ponte, il Gasometro e uno scorcio intatto di paesaggio industriale molto suggestivo, nonostante il degrado.

 

Cimitero del Commonwealth
Cimitero del Commonwealth

Tornate indietro verso il Macro, riprendete via Galvani fino all'angolo con via Zabaglia e, dal numero civico 50, si estende il cimitero miliare del Commonwealth, con le fila ordinata di lapidi bianche che spiccano sul prato verde, una delle 37 strutture sparse per l'Italia dove sono sepolti i circa 50mila soldati del Commonwealth caduti sul suolo italico durante la II° Guerra Mondiale. Di fronte, su via Caio Cestio n.6, si trova il Cimitero Acattolico o dei Protestanti, con le tombe di Antonio Gramsci, Carlo Emilio Gadda, John Keates, Percy Shelley e molti altri che non volevano o non potevano essere inumati in terra consacrata, perchè non cattolici o suicidi. Per tornare alla metro Piramide, basta riprendere via Galvani, proseguire fino ad incrociare via Marmorata, girare sulla destra a tornare su piazza di Porta San Paolo.